La tromba dell'Angelo

Su ali d'aquila

Domenica 13 novembre 2022 - I di Avvento (A)


Quante volte vediamo nelle nostre chiese l’immagine dell’angelo con la tromba. Sembra che questa immagine deve revocare cose del passato o preavvertimenti del futuro, un po’ minacciosi o spaventosi come quelli che le letture di questa domenica ci mettono di fronte. Ma… non è così.

L’angelo non suona la tromba per il futuro, non suona la tromba nostalgica del passato. Suona la tromba del presente! Perchè in ogni tempo della storia, in ogni secolo c’è sempre questo combattimento tra il bene e il male, tra l’amore e la morte. E l’angelo con la sua tromba ci richiama ad essere vigili, attenti, ad essere capaci di cogliere i segni del bene da quelli del male che ingannano.

Il male che inganna lo vediamo è il male che si finge vero bene, vero amore, è il male che assume le identità degli altri per ingannare, è il male che crea divisione, odio, persecuzione, guerra. E come non possiamo di fronte a questo elenco dire che tutto questo male lo viviamo, non solo a livello mondiale, ma anche tra di noi. In particolare il male ci porta a giocare in basso, a puntare in basso, giocando sulla delusione continua che abbiamo verso noi stessi e gli altri. Il male si fa beffa di noi, ci considera uno scarto da eliminare e ci elimina donandoci ogni giorno il “calmante” del torpore spirituale, “calmante” che ci porta a non avere più sogni, desideri, a vedere tutto come una perdita.

L’angelo ci richiama quindi anche in questo tempo a vivere alcuni atteggiamenti che ci aiutano a respirare il soffio di Dio. Tutti noi siamo nati da un gesto di amore, da un bacio che ha generato vita. E quanto conta questo gesto, anche nel caso di un pericolo mortale. L’angelo ci esorta a lasciarci anche noi penetrare dal soffio di Cristo, dal bacio che salva e ci aiuta a viverlo cogliendo l’atteggiamento dell’ascolto, dello sguardo in alto e del salire. Sono atteggiamenti tipici di chi rilegge la storia non terra a terra, ma guardando in profondità, cogliendo veramente le radici del perchè succedono queste cose, del perchè mi sento così, del perchè viviamo in questa situazione. Insomma sono gli atteggiamenti di chi vede la verità non come un pericolo, ma come la vera occasione di salvezza. Il vero amore risiede nella luce della verità, non tende all’inganno chi tende alla verità. Educare alla falsità, all’indossare continuamente maschere non è l’atteggiamento di chi vive l’avvento, ma di chi non apprezza anzitutto il dono della sua vita.

Ecco perchè abbiamo bisogno di un angelo, abbiamo bisogno della sua tromba che ci risvegli, che ci doni il gusto di scoprire con verità le nostre radici, dove siamo vicini e lontani dal Signore. Abbiamo bisogno di un angelo che pieghi il nostro cuore a un ascolto vero, a un ascolto nella preghiera della nostra vita. Abbiamo bisogno di un angelo che ci inviti ad alzare lo sguardo, a salire sul monte per vedere la folgore, la scintilla di luce che accende il nostro cammino e la nostra vita nella verità piena di essa. E allora sì, con questo sguardo, con questo ascolto riacceso dall’angelo e dalla sua tromba sarà Natale, non solo il Natale di Colui che viene a salvarci, ma il nostro Natale!
 

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